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Nella sera la città offerse uno spettacolo nuovo procurato per impulso della saviezza dei magistrati, onde evitare un pericolo che nel precedente anno erasi manifestato.

Per antica consuetudine s’incendiavano i fuochi artificiali sulla torre di Palazzo Vecchio, ma essendosi appiccato il fuoco ad una trave, fu dal magistrato stesso deliberato che dovessero essere eseguiti questi fuochi sul ponte alla Carraia. Questa però non fu un’idea tutta nuova, poiché nell’anno 1811, in occasione della festa che ebbe luogo per solennizzare la nascita ed il battesimo del figlio di Napoleone, erano stati eseguiti dei fuochi d’artifizio sopra una macchina collocata sul detto ponte.

La macchina costruita nell’anno 1827, fu ideata dall’ingegnere Giuseppe Del Rosso. Se questi fuochi non corrisposero pienamente alla aspettativa ed ai progressi della pirotecnica, pure il complesso dello spettacolo riuscì oltremodo dilettevole. Un gran numero di Barche, delle quali alcune espressamente venute da Livorno, illuminate e piene di spettatori si aggiravano per l’Arno, e in due di esse erano collocate Bande musicali. Terminati i fuochi la macchina eretta sul ponte, che fino allora aveva rappresentato un portico greco, si cambiò in gran trasparente che esprimeva il Carro del Sole tratto dai suoi corsieri. Neil’istante medesimo raddoppiò lo splendore una lista di lumi ricorrenti sui lati opposti dei ponti della Carraja e S. Trinità e di ambe le sponde. La cupola del Duomo era pur’essa illuminata nella sua cuspide. Al Casino dei Nobili presso il Ponte S. Trinità era stato eretto un palco destinato alla Corte per lo spettacolo dei fuochi; dopo i quali nel Casino stesso ebbe luogo una festa di ballo.

L’indomani giorno della Festa di S. Giovanni alle 8 di mattina fu cantata nella Basilica una Messa in musica.