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chiamate, e dopo le mancate promesse alla giurata Costituzione, gli uomini più avveduti ravvisarono in ciò il tracollo della dinastia lorenese. Tutti i partiti più o meno liberali riavvicinarono le loro tendenze, e si prepararono alla riscossa del 1859. Il Piemonte e la Francia si armavano, e il desiderio di concorrere alla guerra che vedeasi imminente si propagò nel popolo e nell’esercito toscano; il rivolgimento era già compiuto negli animi, e poco poteva tardare a tradursi nei fatti.

Il 27 aprile 1859; fu il giorno supremo per la Toscana; qualunque proposta che potesse portare una riconciliazione fra il popolo e la dinastia fu da questa rifiutata, e così di fronte alla forza suprema degli eventi dopo 35 anni di regno lasciava la capitale del proprio Stato, un Principe che non aveva voluto o saputo comprendere il nazional sentimento.

Nel giorno medesimo il Municipio di Firenze provvide all’azione governativa e nominò un Governo provvisorio composto di Ubaldino Peruzzi, Vincenzio Malenchini ed Alessandro Danzini.

Nella sera del 23 giugno di quest’anno 1859, ebbe luogo il trattenimento musicale sulla piazza del Duomo e la illuminazione della cupola della Metropolitana e di San Giovanni. Nella mattina del 24 i Rappresentanti il Governo provvisorio toscano intervennero formalmente con le Autorità, Magistrature e Municipio alla solenne messa in musica che fu celebrata nella Metropolitana, e quindi passarono a fare la visita al tempio di S. Giovanni.

Le artiglierie dei forti e le milizie schierate sulla piazza eseguirono varie scariche a dimostrazione di gioia. L’estrazione delle doti e medaglie fu eseguita nella basilica di S. Giovanni.