Pagina:Le industrie femminili.djvu/59

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di poi, spiegando intelligente energia e perspicacia di propositi, si raccolsero 15 azioni pari a L. 1500. Altre 7 azioni vennero in seguito e così nel suo primo anno di vita, non ancora spirato, il Comitato regionale piemontese versava alla Cooperativa Industrie Femminili di Roma " L. 2200 per 22 azioni da L. 100 l'una.

In seguito si mandavano lavori di vario genere, ricami su tela, su cuoio, su fustagno; in seta o pirogravure, trine, oggetti d’uso comune o di lusso, per la vendita permanente in Roma.

Ma l’obiettivo principale, al quale convergevano le attenzioni del Comitato regionale piemontese, era la partecipazione col Comitato di Roma alla grande Esposizione internazionale di Milano nella primavera del 1906.

Le Industrie Femminili Italiane " vi avrebbero portato i prodotti artistico-industriali-femminili, speciali ad ogni regione: manifestazione grandiosa d’italianità collettiva anche in questo campo, dove l’attività e il gusto artistico femminile si aprono nuove vie tendenti al miglioramento intellettuale, morale ed economico delle lavoratrici. Ogni regione italiana ha un patrimonio avito di lavori, usciti da mente e da mano femminile, che opportunamente rivelato, risuscitato, corretto e perfezionato, a seconda delle esigenze della vita moderna, può essere fonte nuova di guadagno alle donne, sia andando ad opera in laboratori, sia rimanendo nella propria casa, accudendo alle domestiche faccende.

Ed alla grande Esposizione di Milano le " Industrie Femminili d’Italia", nelle loro svariate manifestazioni, riveleranno una volta di più l’ingenito amore dell’arte, che nasce e si nutre sotto il suo splendido cielo.