Pagina:Le mie prigioni.djvu/108

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del quale era pazza. Guai a me, se fosse stato altrimenti!

Ma se il sentimento ch’ella mi destò non fu quello che si chiama amore, confesso che alquanto vi s’avvicinava. Io desiderava ch’ella fosse felice, ch’ella riuscisse a farsi sposare da colui che piaceale; non avea la minima gelosia, la minima idea che potesse scegliere me per oggetto dell’amor suo. Ma quando io udiva aprir la porta, il cuore mi battea, sperando che fosse la Zanze; e se non era ella, io non era contento; e se era, il cuore mi battea più forte e si rallegrava.

I suoi genitori, che già avevano preso un buon concetto di me, e sapeano ch’ell’era pazzamente invaghita d’un altro, non si faceano verun riguardo di lasciarla venire quasi sempre a portarmi il caffè del mattino, e talor quello della sera.

Ella aveva una semplicità ed un’amorevolezza seducenti. Mi diceva: — Sono tanto innamorata d’un altro, eppure sto così volentieri con lei! Quando non vedo il mio amante, mi annoio dappertutto fuorchè qui.

— Ne sai tu il perchè?