Pagina:Le mie prigioni.djvu/253

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Capo LXX.

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Gli confidai la tremenda melanconia ch’io avea provato, diviso da lui; ed egli mi disse aver dovuto egualmente combattere il pensiero del suicidio.

— Profittiamo, diceva egli, del poco tempo che di nuovo c’è dato, per confortarci a vicenda colla religione. Parliamo di Dio; eccitiamoci ad amarlo; ci sovvenga ch’egli è la giustizia, la sapienza, la bontà, la bellezza, ch’egli è tutto ciò che d’ottimo vagheggiammo sempre. Io ti dico davvero che la morte non è lontana da me. Ti sarò grato eternamente, se contribuirai a rendermi in questi ultimi giorni tanto religioso, quanto avrei dovuto essere tutta la vita. —

Ed i nostri discorsi non volgeano più sovr’altro che sulla filosofia cristiana, e su paragoni di questa colle meschinità della sensualistica. Ambi esultavamo di scorgere tanta consonanza tra il Cristianesimo e la ragione; ambi nel confronto delle diverse comunioni evangeliche vedevamo,