Pagina:Le mie prigioni.djvu/286

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l’amore di quella sciagurata. Maggiore era l’imbarazzo mio. Nondimeno simili scene che sarebbero state assai risibili, se la donna ci avesse ispirato poco rispetto, erano per noi serie, e potrei dire patetiche. L’infelice ungherese aveva una di quelle fisionomie, le quali annunciano indubitabilmente l’abitudine della virtù ed il bisogno di stima. Non era bella, ma dotata di tale espressione di gentilezza, che i contorni alquanto irregolari del suo volto sembravano abbellirsi ad ogni sorriso, ad ogni moto de’ muscoli.

Se fosse mio proposito di scrivere d’amore, mi resterebbero non brevi cose a dire di quella misera e virtuosa donna, — or morta. Ma basti l’avere accennato uno de’ pochi avvenimenti del nostro carcere.