Pagina:Le mille e una notti, 1852, I-II.djvu/177

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di dervis potrebbe guarirla; è cosa facilissima e ve la voglio dire. Avvi nel suo convento un gatto nero con una macchia bianca sulla cima della coda, della grandezza circa di una piccola moneta d’argento. Ch’egli strappi sette peli da quella macchia bianca, e li arda sulla testa della principessa. Tosto sarà ella guarita e libera da Maimun, figlio di Dimdim, il quale non ardirà più mai avvicinarsele.

«Non perdette il capo dei dervis una sola parola di quel dialogo delle fate e dei genii, che del resto si tennero in perfetto silenzio per tutta la notte. L’indomani, allo spuntar dell’alba, quando potè distinguere gli oggetti, siccome la cisterna era demolita in più luoghi, scoperse una fessura, per la quale uscì senza fatica.

«I dervis, che lo cercavano, esultarono al rivederlo. Ei raccontò loro in brevi parole la perfidia dell’ospite da lui tanto bene accolto il giorno innanzi, e si ritirò quindi nella sua cella. Il gatto nero, onde avea udito parlare la notte nel congresso delle fate e dei genii, non tardò a venirgli, secondo il solito, a far carezze. Egli lo prese, gli strappò sette peli dalla macchia bianca che aveva all’estremità della coda, e li mise in disparte per servirsene all’uopo.

«Erasi alzato da poco il sole, quando il sultano, nulla volendo trascurare di ciò che credeva poter recare una pronta guarigione alla principessa sua figlia, giunse alla porta del convento, dove ordinò al suo seguito di fermarsi, ed egli entrò coi principali ufficiali che l’accompagnavano. I dervis lo accolsero col massimo rispetto.

«Il sultano trasse in disparte il loro capo, e: — Buon sceik (1), » gli disse, «forse già saprete il motivo che

  1. Parola araba che significa vecchio. Si chiamano così in Oriente i capi delle comunità religiose e secolari, ed i dottori distinti. I Maomettani danno pure questo nome a’ loro predicatori.

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