Pagina:Le mille e una notti, 1852, I-II.djvu/19

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città; laonde vi prego di fermarvi in questo luogo, ed eriger quì le vostre tende, ch’io avrò cura vi siano mandati rinfreschi in abbondanza per voi e tutto il vostro seguito.» Infatti, non appena il re fu tornato in Samarcanda, il visir vide recarsi prodigiosa quantità di provvigioni d’ogni sorta, insieme a regali d’inestimabile valore.

Intanto Schahzenan, preparandosi alla partenza, ordinò gli affari più urgenti, e stabilì un consiglio che governasse il regno durante la sua assenza, ponendovi alla testa un ministro nella cui saggezza e fedeltà interamente fidava. Dopo dieci giorni essendo pronti gli equipaggi, s’accommiatò dalla regina sua moglie, ed uscito sull’imbrunire da Samarcanda, recossi cogli ufficiali che dovevano scortarlo al padiglione reale fatto da lui erigere presso le tende del visir, col quale si trattenne a colloquio fino a mezzanotte. Dopo di che bramando abbracciare un’altra volta la regina, ch’egli amava con passione, tornò solo al palazzo, e si recò difilato alle stanze di questa principessa, la quale, ben lontana dal sospettarne l’improvviso ritorno, avea accolto in letto uno de’ più bassi ufficiali della sua casa: era già molto tempo che giacevano insieme, e dormivano di profondo sonno.

Il re entrò senza far rumore, tutto ebbro al pensiero della gioia che l’improvvisa sua venuta cagionato avrebbe a quella sposa, da cui credevasi teneramente riamato. Ma qual fu il di lui stupore, allorchè al chiarore delle faci, che ardono sempre di notte negli appartamenti principeschi, scorse un’uomo fra le di lei braccia! Ei rimase immobile alcuni istanti, non potendo credere a’ propri occhi, ma accertatosi del fatto: — Che!» disse fra sè; «sono appena uscito dal palazzo, sono ancora sotto le mura di Samarcanda, e già mi si reca oltraggio? Ah! perfidi, il vostro delitto non andrà impunito! Come re, mi tocca castigare i misfatti che