Pagina:Le mille e una notti, 1852, I-II.djvu/350

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«Somma fu la gioia dello suocero all’indomani, quando vide il genero presiedere in suo luogo il consiglio, e fare le funzioni di gran visir; e Nureddin se ne disimpegnò sì bene, che pareva aver in tutta la vita esercitata quella carica, e continuò ad assistere al consiglio tutte le volte che le infermità della vecchiaia non permettevano allo suocero d’intervenirvi. Morì quel buon vecchio quattr’anni dopo gli sponsali, colla compiacenza di vedere un rampollo della sua famiglia, che prometteva di mantenerla per molto tempo in fiore.

«Nureddin Alì gli rese gli ultimi uffici con tutto l’affetto e la gratitudine possibili; e quando Bedreddin Hassan, suo figliuolo, ebbe compiti sett’anni, lo pose in mano d’un buon precettore, il quale cominciò ad istruirlo in modo degno della sua nascita; era quel bambino dotato di spirito vivace, penetrante, e capace di profittare di tutti i buoni ammaestramenti che gli s’impartivano…»

Stava Scheherazade per continuare, ma accortasi ch’era giorno, cessò dal racconto, e ripigliatolo la notte seguente, disse al sultano:


NOTTE XCV


— Sire, il gran visir Giafar, proseguendo la storia che raccontava al califfo:

«Due anni dopo,» diss’egli, «che Bedreddin Hassan fu dato in cura a quel maestro, che gl’insegnò a leggere perfettamente, e gli fece imparare a memoria il Corano, Nureddin Alì, suo padre, gli diede altri precettori i quali ne coltivarono l’intelletto in modo, che all’età di dodici anni non aveva più bisogno del loro aiuto; ed essendosi allora in tutta la loro beltà spie-