Pagina:Le mille e una notti, 1852, I-II.djvu/40

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troverà tosto il mezzo di trarsi d’impaccio. — E che vorresti tu ch’ei facesse?» disse il cane. — Ch’egli entri nella stanza della moglie, vi si chiuda con lei, pigli un buon bastone, e le scateni addosso un migliaio di colpi: scommetto che colei guarirà dalla sua ostinazione, nè più lo costringerà a palesarle il suo segreto.» Il mercadante, appena ebbe udite le parole del gallo, alzossi, prese un grosso bastone, recossi dalla moglie che non finiva mai di piangere, e chiusosi con lei, si mise a batterla con tanta furia, che alla perfino essa non potè trattenersi dallo sclamare: — Basta, marito mio, basta per pietà; io non ti chiederò più nulla.» Allora, vedendo ch’ella si pentiva d’essere stata sì mal a proposito curiosa, cessò di maltrattarla, ed aperta la porta, fe’ entrare tutto il parentado, che rallegrandosi di trovare la donna guarita dalla sua caparbietà, complimentò il marito del felice espediente, ond’erasi servito per metterla alla ragione. Figliuola,» soggiunse il granvisir, «tu meriteresti d’essere trattata come la moglie di quel mercadante — Padre mio,» disse allora Scheherazade, «non ispiacciavi, di grazia, ch’io persista ne’ miei sentimenti. La storia di quella donna non mi saprebbe smovere, ed io potrei narrarvene molte altre, le quali vi persuaderebbero che non dovete opporvi al mio divisamento; d’altra parte, e perdonate se oso dichiararvelo, voi vi opporreste invano: quand’anche la tenerezza paterna ricusasse di cedere alle mie preghiere, io andrei a presentarmi in persona al sultano.»

Alla fine il padre, vinto dalla fermezza della figlia, si arrese alle sue importunità, e benchè afflittissimo di non essere riuscito a distoglierla da sì funesta risoluzione, andò nello stesso momento da Schahriar ad annunziargli che la prossima notte gli avrebbe condotta Scheherazade.

Il sultano rimase sorpreso assai del sacrificio che