Pagina:Le mille e una notti, 1852, I-II.djvu/473

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della corte; ma io me ne sono accorta, e per fortuna ho trovato modo di accontentarvi. Zobeide, mia padrona, ci permette di ritirarci dal palazzo, ed ecco cinquantamila zecchini, che ci regala, per metterci in istato di vivere agiatamente in città. Prendetene diecimila, ed andate a comprare una casa. —

«Con tal somma ne trovai subito una, ed avendola fatta addobbare con magnificenza, vi andammo ad abitare. Avevamo molti schiavi dell’uno e dell’altro sesso, e cominciammo a condurre piacevolissima vita; ma non fu di lunga durata, chè, dopo un anno, la mia consorte ammalò, e morì in pochi giorni.

«Avrei potuto riammogliarmi e continuar a vivere onorevolmente in Bagdad; ma la voglia di vedere il mondo mi suggerì un altro disegno. Vendei la casa, e comprate parecchie sorta di merci, mi unii ad una carovana e passai in Persia. Di là presi la strada di Samarcanda (1), d’onde sono venuto a stabilirmi in questa città. —

«Ecco, o sire,» disse il provveditore che parlava al sultano di Casgar, «la storia che ieri raccontò quel mercadante di Bagdad alla compagnia, nella quale mi trovai. — Cotesta storia,» disse il sultano, «ha bensì qualche cosa di straordinario; ma non è da paragonarsi a quella del gobbetto.» Allora, avanzatosi il medico ebreo, si prosternò davanti al principe, e rialzandosi, gli disse: — O Sire, se la maestà vostra vuol avere la compiacenza di ascoltar me pure, oso credere rimarrà soddisfatta della storia che son per narrarlo. — Or bene, parla,» gli disse il sultano; «ma se

  1. Samarcanda, antica e grande città dell’Asia, nel paese degli Usbecchi, capitale del regno del medesimo nome, con una celebre accademia ed un castello, in cui Tamerlano faceva l’ordinaria sua residenza. Vi si fa gran commercio, specialmente di frutta squisite che abbondano nel suo territorio. È posta in bella situazione sul fiume Sogde, presso i confini della Persia.