Pagina:Le mille e una notti, 1852, I-II.djvu/633

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del mio mezzo. Rendete conto alla vostra padrona di ciò che vi dico, ed assicuratela che quand’anche dovessi perire impegnandomi in sì pericoloso intrigo, non mi pentirò mai d’essermi sagrificato per due amanti sì degni l’un dell’altro. —

«La confidente, ascoltato ch’ebbe con moltissima soddisfazione il gioielliere, le pregò di voler attribuire la sinistra opinione concepita di lui, allo zelo ch’ella aveva per l’interesse della sua padrona. — Mi è d’infinita gioia,» soggiunse, «che Schemselnihar ed il principe ritrovino in voi un uomo tanto atto a subentrare nel posto di Ebn Thaher. Io non mancherò di far apprezzare come si deve alla mia padrona la buona volontà che avete per lei...»

Scheherazade, a questo passo, notando ch’era giorno, cessò di parlare. La notte seguente proseguì di tal guisa il racconto:


NOTTE CCII


— Sire, quando la confidente ebbe dimostrata al gioielliere la compiacenza che provava di vederlo sì ben disposto a servire gl’interessi di Schemselnihar e del principe di Persia, questi trasse la lettera di seno, e gliela restituì, dicendole: — Prendete, portatela subito al principe di Persia, e ripassato di qui, affinchè ne vegga la risposta. Non dimenticate di partecipargli il nostro colloquio. —

«La confidente prese la lettera, e la portò al principe, che rispose sul momento. Tornò allora essa dal gioielliere per mostrargli la risposta, che conteneva queste parole: