Pagina:Le mille e una notti, 1852, I-II.djvu/688

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fosse veramente pazza, incaricò i medesimi inviati di far sapere in ciascuna corte, che se esisteva qualche medico capace di guarirla, si presentasse, ch’egli in ricompensa gliela concederebbe in isposa.

«— Bella Maimona,» continuò Danhasch, «le cose sono in questo stato, ed io non manco di andare ogni dì a contemplare quella impareggiabile bellezza, alla quale sarei ben dolente di aver cagionato il minimo male, nonostante la naturale mia malizia. Venitela a vedere, ve ne prego; essa ne vale la pena. Quando avrete conosciuto da voi medesima che non sono un bugiardo, sono persuaso che mi ringrazierete di avervi fatto vedere una principessa che non ha chi la pareggi in beltà. Son pronto a servirvi di guida; non avete che a comandare. —

«Invece di rispondere; Maimona proruppe in grandi scrosci di risa che durarono lungo tempo; Danhasch non seppe a cosa attribuirne la cagione, e rimase sbalordito. Quando ebbe riso a parecchie riprese: — Buono, buono,» gli disse, «tu vuoi darmela ad intendere. Io credeva che tu mi volessi parlare di qualche cosa di sorprendente e straordinario, e mi parli invece d’una cisposa? Uh, vergogna! cosa diresti dunque, maledetto, se avessi veduto al par di me il bel principe che testè ho scoperto, e che amo come merita? È ben altra cosa davvero; e tu ne impazziresti.

«— Amabile Maimona,» ripigliò Danhasch, «oserei domandarvi chi è il principe del quale mi parlate? — Sappi,» rispose Maimona, «che gli è accaduta all’incirca la cosa medesima della principessa, di cui mi parlasti. Il re suo padre voleva a tutta forza ammogliarlo; e dopo lunghe e grandi importunità, ha dichiarato netto e schietto, non esser tale la di lui intenzione; è questa la causa per la quale, nel momento che vi parlo, egli trovasi prigione in una vec-