Pagina:Le mille e una notti, 1852, I-II.djvu/724

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«L’eunuco servì di guida a Camaralzaman, e quando furono in una lunga galleria, in capo alla quale stava l’appartamento della principessa, il giovine, il quale si vide tanto vicino all’oggetto che avevagli fatto versare infinite lagrime, e per cui cessato non aveva di sospirare da sì lungo tempo, affrettò il passo, oltrepassando l’eunuco.

«Affrettò anche questi il suo, ed ebbe fatica a raggiungerlo. — Dove andate dunque con lauta smania?» gli disse, fermandolo pel braccio. «Non potete entrare senza di me. Bisogna che abbiate gran voglia di morire per correre sì veloce incontro alla morte. Neppur uno de’ molti astrologhi da me veduti e condotti là dove non arriverete che troppo presto, ha dimostrata questa premura....

«— Amico,» rispose il principe Camaralzaman, guardando l’eunuco e regolando i propri passi su’ suoi, «egli è perchè tutti gli astrologhi de’ quali tu parli, non erano sicuri della scienza loro, com’io lo sono della mia. Sentivano la certezza di perdere la vita se non riuscissero, e non avevano alcuna speme di riuscita. Ecco perchè avevano ragione di tremare nell’avvicinarsi al luogo ov’io corro, e dove son certo di trovare la mia felicità.» Mentre diceva queste parole, giunsero alla porta. L’apri l’eunuco, ed introdusse il principe in un’ampia sala, per cui entravasi nella stanza della principessa, la quale era chiusa da una sola portiera.

«Prima di entrare, Camaralzaman si fermò, e prendendo un accento molto più basso di prima; pel timore d’essere udito dalla camera della principessa: — Per convincerti,» disse all’eunuco, «che non v’ha presunzione; nè capriccio, nè foga di gioventù nella mia intrapresa, lascio una di queste due cose alla tua scelta: preferisci tu ch’io guarisca la principessa in tua presenza, oppure da questo sito, senza andar più innanzi, nè vederla? —