Pagina:Le mille e una notti, 1852, I-II.djvu/757

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gnifico diamante, che lo compensò di gran lunga della spesa sostenuta pel viaggio intrapreso. Gli disse inoltre di tenersi le mille pezze d’oro pagategli pei vasi d’olive, che saprebbe ben ella accomodarsi col padrone dei medesimi allora condotto.

«Rientrata finalmente nelle stanze della principessa dell’isola d’Ebano, le partecipò la propria gioia, pregandola tuttavia di conservarle ancora il segreto, e facendole la confidenza delle misure che stimava a proposito di prendere prima di farsi riconoscere dal principe Camaralzaman, e di farlo conoscere anch’esso per quello che in fatti era. — Avvi,» soggiunse, «tal distanza da un giardiniare ad un gran principe, qual egli è, che sarebbe pericoloso il farlo passare in un momento dall’infimo stato del popolo ad un sì alto grado, qualunque ne sia la giustizia.» Ben lungi dal mancarle di fedeltà, la principessa dell’isola d’Ebano entrò ne’ suoi disegni, e l’assicurò che vi contribuirebbe anch’ella con grandissimo piacere, non avendo che ad avvertirla di quanto desiderava che facesse.

«Alla domane, la principessa della China, sotto il nome, coll’abito e l’autorità di re dell’isola d’Ebano, dopo aver presa cura di far condurre il principe Camaralzaman al bagno di buon mattino, e rivestirlo d’un abito di emiro o governatore di provincia, lo introdusse nel consiglio, ov’egli attrasse gli sguardi di tutti i signori che si trovavano presenti, col suo bell’aspetto e l’aria maestosa di tutta la persona.

«Badura fu anch’essa incantata al rivederlo sì amabile come avevalo tante volte veduto, e ciò l’animò viemeglio a farne l’elogio in pieno consiglio. Pertanto, dopo ch’egli ebbe, per suo ordine, preso luogo fra gli emiri: — Signori,» diss’ella, dirigendosi agli altri, «Camaralzaman, che oggi vi do per collega, non è indegno del posto che occupa in mezzo