Pagina:Le mille e una notti, 1852, I-II.djvu/759

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distinzione, lo gratificò della dignità, di gran tesoriere rimasta allora vacante. Soddisfece egli a tale impiego con tanta integrità, mostrandosi nonostante compiacente verso ognuno; che si acquistò non solo l’amicizia di tutti i signori della corte, ma guadagnossi eziandio il cuore del popolo per la sua rettitudine e liberalità.

«Camaralzaman sarebbe stato il più felice degli uomini nel vedersi in sì alto favore appo un re straniero, com’egli s’immaginava, e trovarsi presso tutti in considerazione ognor più crescente, se posseduta avesse la sua consorte: imperocchè, in mezzo alla sua felicità, non cessava d’affliggersi per non saperne veruna notizia in un paese, da cui sembrava dovesse essere passata dal tempo che se n’era separato in maniera sì dolorosa, per entrambi. Avrebbe potuto insospettirsi di qualche cosa, se la principessa Badura avesse conservato il nome di Camaralzaman, da lei preso col suo abito; ma ella avevalo cangiato salendo al trono, dandosi invece quello di Armano per far onore al vecchio re suo suocero. Per tal modo, egli non la conosceva più se non sotto il nome di re Armano il giovane, essendovi soltanto pochi cortigiani, che si ricordassero del nome di Cameralzaman, col quale essa facevasi chiamare al di lei arrivo alla corte dell’isola d’Ebano. Il principe non aveva ancora avuta bastante familiarità con costoro per esserne istruito; però ciò poteva alla fine succedere.

«Siccome dunque Badura temeva che ciò appunto non accadesse, e bramava che il giovane dovesse a lei sola la sua conoscenza, risolse di por fine ai propri tormenti ed a quelli cui sapeva che egli soffriva. Aveva in fatti notato che ogni qual volta intertenevasi seco lui sugli affari dipendenti dalla sua carica, ei mandava tratto tratto sospiri, che non potevano essere volti se non a lei. Viveva perciò anch’ella in uno stato di violenza, del quale