Pagina:Le mille e una notti, 1852, I-II.djvu/790

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Bahader; ma invece di percuoterlo, Amgiad menò un tal colpo alla donna, che le spiccò dal busto la testa, la quale cadde sul dormiente…»

Aveva il giorno già cominciato a comparire, quando Scheherazade trovavasi a questo punto; se ne avvide essa, e cessò di parlare. Riprese il suo discorso la notte seguente, e disse al sultano delle Indie:


NOTTE CCXXXIII


— Sire, quand’anche lo strepito del colpo della sciabola non avesse svegliaio il grande scudiere, il capo della donna, che venne a cadergli addosso, gl’interruppe il sonno: maravigliando di vedere Amgiad colla sciabola insanguinata, ed il corpo della donna per terra senza testa, gli domandò cosa ciò significasse. Il giovane gli raccontò allora l’accaduto, e terminando, aggiunse: — Per impedire a questa furibonda di togliervi la vita, non seppi trovar altra via se non quella di privarne lei medesima.

«— Signore,» ripigliò Bahader pieno di gratitudine, «le persone del vostro grado e sì generose, sono incapaci di favorire azioni tanto malvage. Voi siete il mio iiberatore, e non posso ringraziarvene abbastanza.» Abbracciatolo quindi, per meglio dimostrargli quanto gli fosse grave: «Prima che spunti il giorno,» disse, «è mestieri portar fuori di qui questo cadavere; ed è quello che m’accingo a fare.» Vi si oppose Amgiad, e disse che lo avrebbe portato via egli stesso, poichè fatto aveva il colpo. — Uno straniero a questa città, come voi, non vi riuscirebbe,» ripigliò Bahader. «Lasciatemi fare e fermatevi qui in pace. Se non torno prima di giorno, sarà segno che