Pagina:Le mille e una notti, 1852, I-II.djvu/84

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sarà avvenuto del giovane principe; tremo per lui. — Ti solleverò dall’inquietudine domani,» rispose la sultana, « e il sultano si degna di lasciami vivere fin allora.» Schahriar, curioso dello scioglimento di questa storia, prolungò ancora la vita di Scheherazade.


NOTTE XVI


Ardeva Dinerzade di tanto desiderio d’udire la continuazione della storia del giovine principe, che destatasi questa notte più presto del solito, e subito rivoltasi alla sorella: — Ti prego,» le disse, «di finire il racconto cominciato ieri; prendo vivo interesse alla sorte del giovine principe, e muoio di paura che non venga mangiato dall’orca e dai suoi figliuoli.» Avendo Schahriar esternato il medesimo timore, — Ebbene, sire,» disse la sultana, «sono a trarvi d’angustie.

«Dopo che la falsa principessa dell’Indie ebbe detto al giovane principe di raccomandarsi a Dio, credendo egli che colei non gli parlasse sinceramente, e lo annoverasse già sua preda, alzò le mani al cielo e disse: — Signore, voi che tutto potete, volgete gli occhi su me, e liberatemi da questa nemica.» A tal preghiera la moglie dell’orco rientrò nella casuccia, ed il principe se ne allontanò a furia; e trovata fortunatameme la via, giunse sano e salvo al re suo padre, al quale narrato avendo il pericolo incorso per colpa del gran visir, adiratosene il re fieramente, lo fe’ subito strangolare... — Sire,» proseguì il visir del re greco, «per tornare al medico Duban, se non vi mettete in guardia, la fiducia che avete in lui vi tornerà funesta; so da buona fonte ch’egli è una spia mandata da’ nemici vostri per attentare alla vita di