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Pagina:Le mille ed una notti, 1852, III-IV.djvu/110

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«Condussero la schiava, ed appena il re la vide, ne rimase incantato solamente a considerarne le belle e svelte forme. Entrò subito in un gabinetto, ove il mercante lo seguì con alcuni eunuchi. Aveva la schiava un velo a righe di raso rosso e d’oro, che le nascondeva il volto, cui avendo il mercante levato, il re di Persia vide una dama che superava in bellezza tutte quelle che possedeva allora o che avesse mai posseduto. Ne divenne fin da quel momento appassionatamente invaghito, e ne domandò il prezzo al mercante.

«— Sire,» rispose questi, «io ne diedi mille pezze d’oro a quello che me l’ha venduta, e calcolo d’averne sborsate altrettante ne’ tre anni che sono in viaggio per giungere alla vostra corte. Mi guarderò bene dall’assegnarle un prezzo per un sì gran monarca: supplico vostra maestà di riceverla a titolo di regalo, se le piace. — Ti sono obbligato,» riprese il re; «non è mio uso di trattare così coi mercanti che vengono sì da lontano colla mira di compiacermi; te ne farò tosto contare diecimila pezze d’oro. Sei contento?

«— Sire,» replicò il mercante, «mi sarei stimato fortunatissimo se vostra maestà avesse voluto accettarla per nulla; ma non oso ricusare tanta liberalità. Non mancherò di magnificarla nel mio paese ed in tutti i luoghi pei quali dovrò passare.» Gli fu contata la somma, e prima che se ne andasse, il re lo fe’ rivestire in sua presenza d’un abito di broccato d’oro.

«Il re fece quindi alloggiare la bella schiava nel più magnifico appartamento dopo il suo, e le assegnò parecchie matrone ed altre schiave per servirla, con ordine di farle prendere il bagno, di vestirla d’uno de’ più magnifici abiti che trovassero, e recarle, le più belle collane di perle, i diamanti più preziosi ed al-