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Pagina:Le mille ed una notti, 1852, III-IV.djvu/262

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ùdi dubitarne (1). D’altra parte, quando pure non ne fossi persuaso, non potrei trattenermi dall’ascoltare il mio sogno. Il vecchio che m’apparve aveva qualche cosa di soprannaturale, ned è di quegli uominj che la sola vecchiaia rende rispettabili; non so qual aria divina scorgeasi sparsa su tutta la sua persona. Era tale in fine qual ci si rappresenta il gran Profeta; e se volete che vi palesi il mio pensiero, credo essere egli medesimo in persona, il quale, mosso da’ miei affanni, voglia alleviarli. Confido nella fiducia che seppe ispirarmi: spero nelle sue promesse, ed ho risoluto di seguirne il consiglio.» Procurò la regina di distornelo; ma non avendo potuto riuscirvi, il principe le lasciò il governo del regno, uscì una notte segretamente dal palazzo, e prese la strada del Cairo, senza voler essere accompagnato da nessuno.

«Dopo molte fatiche e stenti, giunto a quella famosa città, che ha poche rivali al mondo per la grandezza e la beltà, andò a smontare alla porta d’una moschea, dove, sentendosi assai stanco, si coricò. Appena si fu addormentato, vide il medesimo vecchio che gli disse:

«— O figlio! sono contento di te per aver prestato fede alle mie parole. Sei venuto qui senza che la lunghezza e la difficoltà delle strade ti abbiano ributtato; ma sappi che non ti feci fare sì lungo viaggio se non per provarti. Or veggo che hai coraggio e fermezza, e meriti che ti renda il più ricco ed insieme il più felice principe della terra. Torna a Balsora; troverai nel tuo palazzo immense ricchezze: giammai re ne ha possedute d’eguali. —

  1. Tutti i popoli hanno creduto, e credono ancora, più o meno, ai sogni, ma gli Orientali in particolare; essi hanno gran numero di trattati sul modo d’interpretarli, composti da uomini commendevolissimi.