Pagina:Le mille ed una notti, 1852, III-IV.djvu/281

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giunse finalmente a Balsora, dove i suoi sudditi, lietissimi del suo ritorno, lo festeggiarono con grandi allegrezze. Andò prima a render conto del viaggio alla regina sua madre, la quale giubilò udendo che aveva ottenuta la nona statua. — Andiamo, figliuolo,» diss’ella, «andiamola a vedere, poichè trovasi senza dubbio nel sotterraneo, ove il re de’ Geni v’ha detto che la troverete.» Il giovane re e sua madre, ambedue pieni d’impazienza di vedere la maravigliosa statua, discesero nel sotterraneo ed entrarono nella camera delle statue. Ma qual non fu la loro sorpresa, quando, invece d’una statua di diamante, videro sul nono piedestallo una fanciulla di stupenda bellezza, che il principe riconobbe per la sposa da lui condotta all’isola de’ Geni! — Principe,» gli disse la giovane, «sarete molto maravigliato di vedermi qui; vi attendevate di trovare invece qualche cosa di più prezioso di me, e non dubito che in questo momento non vi pentiate d’esservi data tanta briga. Vi aspettavate una più bella ricompensa. — No, signora,» rispose Zeyn; «mi è testimonio il cielo se più d’una volta non pensai di mancar di fede al re de’ Geni per conservarvi a me. Per quanto valore aver possa una statua di diamante, equivale mai dessa al piacere di possedervi? Vi amo più e meglio di tutti i diamanti e di tutte le ricchezze del mondo. —

«Mentre finiva di parlare, s’udi un colpo di tuono che fece tremare il sotterraneo. La madre di Zeyn ne fu spaventata; ma il re de’ Geni, che tosto comparve, dissipò il suo terrore. — Signora,» le diss’egli, «io proteggo ed amo il figliuol vostro. Ho voluto vedere se nella sua età sarebbe capace di domare le proprie passioni; so che le attrattive di questa fanciulla lo hanno colpito, e ch’egli non ha esattamente osservata la promessa fattami di non