Pagina:Le mille ed una notti, 1852, III-IV.djvu/293

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alla dama che non la lascerebbero, se prima restituita non l’avessero a’ genitori.

«— Principi,» disse loro la giovane, «sono d’un paese troppo lontano di qui; ed oltre che sarebbe un abusar troppo della vostra generosità facendovi fare tanta strada, vi confesserò che mi sono per sempre allontanata dalla mia patria. V’ho detto poco fa ch’io era del Cairo; ma dopo le bontà che mi dimostrate e l’obbligazione che vi debbo, o signore,» soggiunse, guardando Kodadad, «sarebbe male di nascondervi la verità. Sono figliuola di re; un usurpatore s’impossessò del trono di mio padre, dopo avergli tolta la vita; e per salvare la mia, fui costretta a ricorrere alla fuga.» A tal confessione, Kodadad ed i suoi fratelli pregarono la principessa a raccontar loro la sua storia, assicurandola che prendevano tutto il maggior interesse alle sue disgrazie, ed erano disposti a nulla risparmiare per renderla felice. Ringraziatili delle nuove proteste di servigio che le facevano, non potè la donna dispensarsi dall’appagare la loro curiosità, e cominciò di tal guisa il racconto delle sue avventure.»


NOTTE CCLXXXIV

STORIA


DELLA PRINCIPESSA DI DERYABAR.


La sultana delle Indie, in nome della principessa di Deryabar, cominciò così la sua storia:

— Sire, v’ha in un’isola una grande città chiamata Deryabar. Governata per molto tempo da un re