Pagina:Le mille ed una notti, 1852, III-IV.djvu/41

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del suo cavallo un sensale ad annunciargli con grande premura, che un mercadante di Persia, giunto il giorno precedente assai tardi, aveva da vendere una schiava di finita bellezza, superiore a tutte quelle che mai avesse vedute. — Riguardo al suo spirito ed alle di lei cognizioni,» soggiunse, «il mercadante la garantisce che può tener fronte a quanti begli spiriti e dotti si trovino al mondo. —

«Khacan, lieto di quella notizia, che facevagli sperare d’aver modo di far bene la sua corte, gli disse di condurgli la schiava al ritorno dal real palazzo, e continuò la sua strada.

«Il sensale non mancò di trovarsi dal visir all’ora concertata; e Khacan trovò la schiava tanto bella ed assai al di là d’ogni aspettativa, che le diè fin d’allora il nome di Bella Persiana. Siccome aveva moltissimo spirito, ed era dottissima, presto conobbe, dal colloquio avuto con lei, che cercherebbe indarno un’altra schiava, la quale giungesse a superarla in alcuna delle qualità che il re desiderava. Domandò quindi al sensale qual prezzo ne volesse il mercante di Persia.

«— Signore,» rispose il sensale, «è un uomo di poche parole; e protesta che non può darla, ultima parola, a meno di diecimila pezze d’oro. E mi ha giurato, che senza contare le sue cure, le pene, ed il tempo impiegato per educarla, egli ha speso per lei all’incirca la medesima somma, tanto in maestri per gli esercizi del corpo, onde istruirla e formarne lo spirito, quanto in abiti e mantenimento. Siccome l’aveva giudicata degna d’un re fin da quando la comprò dalla prima infanzia, non ha nulla risparmiato di quanto contribuir poteva a farla giungere a sì alto grado. Suona ogni sorta d’istrumenti, canta, balla, scrive meglio degli scrivani più abili; fa versi, e non v’ha libro che non abbia letto. Non si è mai sentito che una schiava sapesse tante cose quante ne sa questa. —