Pagina:Le mille ed una notti, 1852, III-IV.djvu/435

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rallentò guari questa passione; anzi, trovai in lei inclinazioni favorevoli ad aumentarla; con tali disposizioni, giudicherà facilmente la maestà vostra, che quand’anche avessimo avuto un tesoro immenso come il mare, con tutti quelli di vostra maestà, avremmo in breve trovato il mezzo di vederne il fondo, ed è appunto ciò che accadde. Dappoichè siamo insieme, non abbiamo risparmiato nulla per trattarci lautamente colle liberalità della maestà vostra. Questa mattina, fatti i conti coll’oste, abbiam trovato che, soddisfacendolo, e pagando inoltre gli altri debiti, non ci restava più nulla di tutto il denaro che possedevamo. Allora sorsero in folla ad invaderci lo spirito ed ingombrarci la mente le riflessioni sul passato ed i proponimenti di far meglio per l’avvenire: facemmo mille progetti che poscia abbandonammo. Finalmente, la vergogna di vederci ridotti in sì misero stato, o di non osar dichiararlo a vostra maestà, ci fece immaginare questo spediente per supplire ai nostri bisogni, divertendovi con questa piccola mariuoleria, che supplichiamo vostra maestà di volerci perdonare. —

«Contentissimi furono il califfo e Zobeide della sincerità di Abu Hassan, nè parvero sdegnati dell’occorso; anzi, Zobeide, la quale aveva sempre presa la cosa sul serio, non potè trattenersi a sua volta dal ridere, pensando a tutto ciò che Abu Hassan aveva immaginato per riuscire nel suo intento. Il califfo, che mai cessato avea dalle risa, tanto parevagli singolare quell’invenzione: — Seguitemi amendue,» disse ad Abu Hassan ed a sua moglie alzandosi; «voglio farvi dare le mille pezze d’oro da me promesse, pel contento cui provo che non siete morti.

«— Commendatore de’ credenti,» ripigliò Zobeide, «contentatevi, ve ne prego, di far dare le mille pezze d’oro ad Abu Hassan; a lui solo voi le dovete. Quanto a sua moglie; è affar mio.» E nello stesso tempo