Pagina:Le mille ed una notti, 1852, III-IV.djvu/487

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del sultano che avevate risparmiata la vergogna, cui avrebbe potuto soffrire parlando davanti a tutta la gente; volle ancora mettersi al coperto dall’indignazione che temeva per la proposta che dovea fargli, ed alla quale egli non aspettavasi certo. — Sire,» disse dunque, ripigliando la parola, «oso ancora supplicare la maestà vostra, nel caso che trovasse offensiva od ingiuriosa nella minima cosa la domanda che sono per farle, di assicurarmi prima del suo perdono ed accordarmene la grazia. — Qualunque ella esser possa,» rispose il sultano, «vi perdono da questo punto, e non ve ne deriverà male alcuno: parlate francamente. —

«Quando la vecchia ebbe prese tutte le sue precauzioni, da donna che temeva la collera del sultano per una proposta sì delicata come quella che doveva fargli, raccontò allora fedelmente in qual occasione Aladino avesse veduta la principessa Badrulbudur, l’amore violento ispiratogli da quella vista fatale, la dichiarazione che gliene aveva fatta, tutto ciò ch’ella avevagli rappresentato per distorlo da una passione non meno ingiuriosa a sua maestà che alla principessa sua figliuola. — Ma,» proseguì ella, «mio figlio, lungi dall’approfittarne e riconoscere il suo ardire, si è ostinato di perseverarvi al punto di minacciarmi di qualche atto di disperazione se io gli avessi negato di venir a chiedere a vostra maestà la principessa in matrimonio; e fu sol dopo essermi fatta un’estrema violenza, che mi vidi costretta ad usargli questa compiacenza, di che supplico ancora vostra maestà ad accordare il perdono, a me non solo, ma eziandio ad Aladino mio figliuolo, per aver avuto il temerario pensiero di aspirare a sì sublime parentado. —

«Il sovrano ascoltò tutto quel discorso con molta dolcezza e bontà, senza esternare verun segno di collera o di sdegno, ed anzi senza beffarsi della domanda. Ma prima di dare alcuna risposta alla buona donna,