Pagina:Le mille ed una notti, 1852, III-IV.djvu/560

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parecchiata la credenza, gettate in una tazza, simile a quella nella quale siete solita bere, la polvere che vedete; ponetela a parte, avvertendo colei fra le vostre donne che mesce, di portarcela piena pur di vino al cenno che gliene darete, e del quale converrete con lei, badando bene di non ingannarvi. Tornato il mago, e postivi entrambi a tavola, alla fine del pranzo, fatevi recare la tazza, nella quale si troverà la polvere, e cangiate la vostra colla sua; egli troverà questo favore tanto grande, che non lo ricuserà: berrà anzi senza nulla lasciare nel fondo della tazza: ma appena l’avrà votata, subito cadrà al suolo. Se avete ripugnanza a bere nella sua coppa, fingetelo soltanto: lo potete senza timore; l’effetto della polvere sarà sì pronto e subitaneo, ch’ei non avrà il tempo di badare se bevete o no. —

«Finito ch’ebbe Aladino di parlare: — Vi confesso,» gli disse la principessa, «che mi fo grande violenza, acconsentendo ad usare al mago le gentilezze, che ben veggo essere necessario di fargli; ma qual determinazione non si deve prendere contro un crudele nemico? Farò dunque ciò che mi consigliate, poichè da questo dipende il mio riposo non meno del vostro.» Prese tali misure colla consorte, Aladino si accommiatò da lei, ed andò a passar il resto del giorno nei contorni del palazzo, attendendo la notte per avvicinarsi alla porta segreta:

«La principessa Badrulbudur, inconsolabile, non solo di vedersi disgiunta da Aladino, suo caro sposo, che aveva amato alla bella prima, e tuttora continuava ad amare, più per inclinazione che per dovere, ma ben anche dal sultano suo padre ch’essa tanto prediligeva, e dal quale era teneramente riamata, aveva sempre negletta la propria persona dal momento della dolorosa separazione, dimenticando persino la pulitezza che sta così bene alle persone del suo sesso, spe-