Pagina:Le mille ed una notti, 1852, III-IV.djvu/657

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Kodjah Hassan l’ingiustizia di prenderlo per un mentitore. Mi permetterete di credere ch’egli ci abbia detta la verità, e neppur mai pensato a mascherarla, e che il pezzo di piombo datogli da me sia la causa unica della sua buona ventura. Questo è ciò di cui presto lo stesso Kodjah Hassan ci chiarirà entrambi. —

«I due amici giunsero nella via in cui era la mia casa, tenendo sempre discorsi consimili. Quivi domandarono dove si trovasse; fu loro insegnata, e mirandone la facciata, durarono non poca fatica a credere che fosse quella. Bussarono alla porta, ed il mio portinaio apri.

«Saadi, temendo di commettere un’inciviltà se prendeva la casa di qualche distinto signore per quella che cercava, disse al portinaio: — Ci fu indicata questa casa per quella di Kodjah Hassan Alhabbal; fateci il favore di dirci se c’inganniamo. — No, signore, non v’ingannate,» rispose il portinaio, aprendo il cancello, «è dessa appunto. Entrate; egli si trova in sala, e troverete fra gli schiavi qualcuno che vi annunzièrà. —

«Mi furono annunziati i due amici, ed io li riconobbi. Appena li vidi comparire, mi alzai dal mio posto, corsi incontro ad essi e volli prendere il lembo della loro veste per baciarla; me l’impedirono, e fu d’uopo ch’io permettessi, mio malgrado, che mi abbracciassero. Li invitai allora a sedere sur un gran sofà, mostrandone loro uno più piccolo da quattro persone che guardava sul mio giardino, pregandoli ad accomodarsi; ma essi vollero ch’io mi mettessi al posto d’onore.

«— Signori,» dissi loro, «non ho dimenticato che sono il povero Hassan Alhabbal; e quando pur fossi tutt’altro di quel che sono, e non vi avessi le obbligazioni che vi debbo, so quello che vi è dovuto;