Pagina:Le mille ed una notti, 1852, III-IV.djvu/670

Da Wikisource.

252


pel primo, e dopo averseli veduti sfilare davanti, Alì Baba udì che faceva chiudere la porta, pronunciando queste parole: «Sesamo, rinchiuditi.» Tornò ciascuno al suo cavallo, gli ripose la briglia, attaccò di nuovo la valigia alla sella, e vi salì. Quando in fine il capitano vide che tutti erano pronti alla partenza, si mise alla testa, e ripigliò con essi la strada d’ond’erano venuti.

«Alì Baba non discese però subito dall’albero. — Possono essersi dimenticata qualche cosa,» pensò fra se, «che li costringa a tornare indietro, ed io, se ciò accadesse, mi troverei accalappiato.» Li seguì dunque coll’occhio sinchè li ebbe perduti di vista, e non discese, per maggior sicurezza, se non molto tempo dopo. Avendo tenuto a memoria le parole in forza delle quali il capitano de’ ladroni aveva fatto aprire e chiudere la porta, fu curioso di provare se, pronunziandole, farebbero il medesimo effetto. Passato in mezzo ai cespugli, e veduta la porta che nascondevano, vi si presentò davanti, e disse: «Sesamo, apriti!» Sull’istante la porta si spalancò.»


NOTTE CCCLXIV


— Sire, Alì Baba erasi aspettato di vedere un luogo di tenebre e d’oscurità, ma fu maravigliatissimo trovandone uno ottimamente rischiarato, vasto e spazioso, scavato dalla mano degli uomini, a volta altissima, che dall’alto della rupe riceveva la luce per un’apertura al modo medesimo praticata. Quivi scorse grandi provvigioni da bocca, balle di ricche merci accumulate, stoffe di seta e di broccato, tappeti di