Pagina:Le mille ed una notti, 1852, III-IV.djvu/672

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«Vuotò quindi i sacchi, che formarono un grosso mucchio d’oro, dal quale sua moglie rimase abbagliata; poi, le fece l’esposizione del fatto dal principio alla fine, e, terminando, le raccomandò sopra ogni altra cosa di conservare il segreto.

«La donna, rinvenuta dal suo spavento, si rallegrò col marito della loro fortuna, e volle contare pezzo per pezzo tutto l’oro che stavale davanti.

«— Moglie,» le disse Alì Baba, «non avete giudizio; cosa pretendereste fare? quando avrete terminato di contarlo? Corro a scavare una fossa per nascondervelo; non abbiamo tempo da perdere.

«— Ma pure è meglio,» rispose la moglie, «sapere almeno all’incirca la quantità che ve n’ha. Vado a cercare nel vicinato una piccola misura, e mentre lo misurerò, voi scaverete la fossa.

«— Donna,» ripigliò Alì Baba, «quello che volete fare non serve a nulla, e ve ne asterrete, se vorrete darmi ascolto. Nonostante, fate ciò che vi piace; ma ricordatevi di conservare il segreto. —

«Per soddisfarsi, la donna esce di casa, e va da Cassim, suo cognato, che non abitava molto lontano. Cassim non trovavasi in casa, ed in mancanza di lui, essa si volge alla moglie, pregandola di prestarle per alcuni momenti una misura; chiestole dalla cognata se la volesse grande o piccola, la moglie di Alì Baba ne domandò una piccola.

«— Volentieri,» disse la cognata; «aspettate un momento, che ve la porto subito. —

«La cognata va a cercare la misura e la trova; ma conoscendo la povertà di Alì Baba, curiosa di sapere che sorta di grano volesse misurare la donna, immaginò di applicare destramente sotto alla misura un po’ di sego, e così fece. Tornò quindi, e presentandola alla cognata, scusossi di averla fatta aspettare, dicendo che aveva penato molto a trovarla.