Pagina:Le mille ed una notti, 1852, III-IV.djvu/702

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l'ampolla. Cercai qualche moccolo, e non ne trovai neppur uno; Abdalla, vedendomi imbarazzata, mi ricordò i vasi pieni d’olio che stavano in corte, com’ei non ne dubitava più di me, e come anche voi credevate. Presi l’ampolla, e corsi all’otre più vicino; ma quando vi fui presso, ne uscì una voce che mi chiese: — È tempo?» Non mi spaventai, e compresa sul momento la malizia del falso mercante, senza esitare risposi tosto: — Non ancora, ma fra poco.» Passai al vaso susseguente, ed un’altra voce mi fece la medesima interrogazione, alla quale io risposi in egual modo. Andai quindi dagli altri tutti, un dopo l’altro, ed a simile domanda, risposta eguale, nè trovai olio se non nell’ultimo otre, ove riempii l’ampolla. Quand’ebbi considerato esservi in corte trentasette ladroni, i quali attendevano soltanto il segnale od il comando del loro capo, preso da voi per un mercatante, e cui avevate fatto sì care accoglienze, per mettere in combustione tutta la casa, non perdei tempo: riportai in cucina l’ampolla, accesi il lume, e presa la caldaia più grande, andai ad empirla d’olio; postala quindi al fuoco, allorchè fu ben ardente, corsi a versarne in ciascun otre, ove stavano i ladroni, quanto ne occorreva per impedirli tutti dall’eseguire il pernicioso disegno che li aveva guidati.

Finita così la faccenda nel modo già mentovato, tornai in casa, spensi il lume, e prima di andarmene a letto, mi misi ad esplorare tranquillamente, dalla finestra, qual partito avrebbe preso il falso mercante d’olio.

In capo a qualche tempo, intesi che, per segnale, gettava dalla finestra alcuni sassolini, i quali caddero su gli otri; ne gettò una seconda ed anche una terza volta, e non iscorgendo, nè vedendo alcun movimento, discese, e lo vidi andare di vaso in vaso sino all’ultimo; poi l’oscurità della notte me lo fece perdere di vista. Stetti ancora ad osservare per qualche tempo,