Pagina:Le mille ed una notti, 1852, V-VI.djvu/166

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rompo la porta.» La vecchia salì ed aperse l’uscio della terrazza. Il califfo essendo entrato, si mise vicino alla sposa, disse che si sentiva appetito, e chiese di mettersi a tavola. — Avresti tu il coraggio di mangiare,» ripigliò la vecchia, «mentre questi scellerati possono entrare da un momento all’altro? — Non temete,» rispose il califfo, «datemi qualche cosa.» La vecchia portò le vivande ed i piatti del dessert messi in disparte, ed Aaron si mise a mangiare, conversando tranquillamente colle donne.

«Quando il califfo ebbe mangiato a sazietà e fu tolta la mensa, si udirono raddoppiare le grida: — Aprite la porta, o la buttiamo giù.» Aaron allora si cavò l’anello, e consegnollo alla vecchia, dicendo: — Portatelo al luogotenente di polizia, e ditegli che il padrone di quest’anello è in casa vostra. S’egli vi domanda che cosa vuole, voi gli direte esser mio desiderio, ch’egli entri coi suoi quattro primari ufficiali, e faccia portare una scala di quattro gradini, una corda ed un fascio di bacchette. (1)

«La vecchia, malcontenta della commissione, rispose: — Il luogotenente di polizia avrà dunque paura anche di voi e di questo anello? Io temo ch’esso non serva a nulla, che coloro non mi ascoltino, e precipitandosi addosso a me, non mi ammazzino. — Non temete,» soggiunse il califfo, «colui non può resistermi. — Se voi avete anche il segreto di farvi temere dal luogotenente di polizia, e fargli eseguire i vostri voleri,» ripigliò la vecchia, «io voglio assolutamente prendere lezione da voi, e non vi abbandonerò; se non m’abbiate prima insegnato un giro del vostro mestiere, non foss’anco che per derubare le donne. —

  1. Questi vari oggetti dovevano servire a dar le bastonate al luogotenente di polizia ed a Schumann, come si vedrà in seguito.