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NOTTE CDXXXIV


— «Sciagurato!» sclamò il luogotenente di polizia; «la vendetta divina sta per colpirti: tutto questo è l’effetto del tuo infame procedere e della tua cupidigia. Preparati a rispondere ai nostri accusatori, ed a cavarti, se lo puoi, da questo impaccio fatale. —

«Schamama, tornando in sè, disse alla vecchia con rispetto: — Che cosa desiderate, signora?» Questa si avvide tosto che aveano paura del genero, e ne stupì. — L’uomo cui appartiene il sigillo,» rispose, «domanda una scala di quattro gradini, una corda, un fascio di bacchette, ed il sacco che racchiude l’occorrente pel castigo dei colpevoli; egli domanda inoltre di vedere il luogotenente di polizia ed i suoi quattro principali officiali. — Ov’è, illustre dama,» rispose Schamama, «colui al quale appartiene l’anello? — Si trova qui,» rispose la vecchia.

«Il luogotenente, avvicinandosi alla donna, le domandò a sua volta dov’era il padrone dell’anello, e che cosa desiderava; la vecchia gli ripetè quanto aveva detto a Schamama. — Noi siamo pronti ad eseguire gli ordini del padrone di questo anello, ed abbiamo tutti gli arnesi necessari per punire i rei,» soggiunse il magistrato, balbettando e tremando come quelli del suo seguito.

«La vecchia rientrò, e disse al genero ridendo: — Non v’ha sulla terra un capo di ladri vostro pari; voi fate paura al cadì, fate paura al luogotenente di