Pagina:Le mille ed una notti, 1852, V-VI.djvu/182

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vedendomi aspetto gaio e contento; mi disse: — Io son certa che quelle dame sono venuta e t’hanno pagato. — È vero,» risposi. — Te l’aveva ben detto,» riprese mia madre. «Ecco coma va il commercio: si vende a credito, si aspetta un poco, e si vien poscia pagati.»


NOTTE CDXXXVI


— Continuai a vendere alle medesime dame merci di tutte le qualità finchè mi dovettero circa dieci borse. Essendo allora seduto in bottega, vidi entrare una vecchia. — Buon giorno,» le dissi; «volete comperare una mantiglia od un fazzoletto? Scegliete: bramate veli d’Estamboul (1), turbanti di broccato d’oro? Ditemi cosa desiderate. — Io non desidero altro,» rispose colei, «se non che stiate bene; ma ascoltami un momento: ho due parole a dirvi. — Potete parlare liberamente,» risposi. — Quella dama,» continuò la vecchia, «venuta da voi seguita da molte schiave, e che ha comperato molte stoffe, bramerebbe sposarvi; se acconsentite, ciò ch’ella vi deve sarà la sua dote; avrete una donna la cui beltà pareggia quella delle huri. Venite con me e la vedrete; se vi piace, la sposerete; altrimenti vi si conterà il vostro denaro, e ve ne andrete. —

«A tali parole, io non sapeva che cosa rispondere, e non osava seguirla. — Forse,» dissi tra me, «vogliono ridersi di me; non ho voglia di espormi ad una simile avventura. — Non temete, figliuol mio,» soggiunse la vecchia, avvedendosi del mio imbarazzo; «non si ha intenzione d’ingannarvi. — E perchè,»

  1. Costantinopoli.