Pagina:Le mille ed una notti, 1852, V-VI.djvu/204

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e sembra che non troverà mai una persona degna di sì bella parentela.

«Tutti i venerdì, quando il popolo si raccoglie nelle moschee, e che tutti i mercatanti ed artigiani abbandonano le botteghe, spesse volte senza chiuderlo, quella vezzosa giovane esce dal palazzo, e si diverte a girare per la città; poscia torna al bagno, e rientra nel serraglio.

«Un giorno, ebbi voglia di non andare cogli altri alle moschee, ma cercai di vedere la principessa. Giunta l’ora della preghiera, ed essendo tutti nella moschea, io mi nascosi in bottega, e vidi in breve comparir la donzella; era circondata da quaranta schiave, tutte più belle le une delle altre, ed essa vi brillava in mezzo come il sole in pien meriggio. Le schiave, coll’affollarsi intorno alla loro sovrana, sostenendone i lembi degli abiti con lunghe bacchette d’oro e d’argento, fermavano i miei sguardi curiosi, a cui impedivano di contemplarla a bell’agio. Insomma, la vidi un sol momento, e tosto sentii accendersi nel mio cuore la passione più violenta, ed i miei occhi bagnarsi di lagrime. Dopo d’allora, io provo un languore che mi consuma, ed il mio male si aumenta di giorno in giorno. —

«Terminando tali parole, il giovane mandò un sospiro sì lungo, che il medico credè vederlo spirare. — Che cosa mi dareste,» gli disse, «se riuscissi a farvi possedere quella che amate?» Il giovane avendolo assicurato che la sua fortuna e la stessa vita sarebbero a di lui disposizione, il medico parlò di tal guisa:

«— Alzatevi, portatemi una piccola bottiglia, sette aghi, un pezzo di legno d’aloè, un altro di bitume giudaico, un po’ di terra creta, due palette (1) di montone, un pezzo di stoffa di lana e sete di vari colori.

  1. Osso largo e sottile della spalla o scapola.