Pagina:Le mille ed una notti, 1852, V-VI.djvu/301

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«Cardan, confuso, chinò gli occhi e rispose piangendo:

«— La regina fu sempre saggia e virtuosa; io solo sono il reo. Un amore colpevole ch’ella respinse con isdegno, ed il timore che il re ne fosse istruito, m’indussero a calunniarla. Il male ricade sempre su chi l’opra, e la mia condanna m’è già da gran tempo scolpita sulla fronte.

«— Come, sciagurato!» gridò Dadbin, percuotendosi il viso; «tu hai tradita la mia fiducia, facendomi sagrificare, colle tue infami imposture, una moglie ch’io tanto amava! Qual morte, quali tormenti non merita un simil delitto!

«— Cardan,» soggiunse tosto Chosroe, «non è qui il solo colpevole! tu stesso, Dadbin, meriti la morte per aver prestato fede alla calunnia, e punita la tua sposa con tanto precipizio. Se avesti esaminata e ricercata la verità, avresti scoperto facilmente la menzogna e distinto l’innocente dal reo. — «Chosroe, volgendosi poscia ad Aroa, soggiunse: — Siate qui giudice, principessa, e pronunciate la loro sentenza.

«— Sire,» rispose Aroa, «Dio stesso li ha giudicati: Chi dà ingiustamente la morte, sarà condannato a morte, e chi fa il bene, ne riceverà la ricompensa. Dadbin uccise ingiustamente d’un colpo di mazza d’arme un padre ch’io amava; il suo sangue grida vendetta, ed io debbo intendere la sua voce. Per gli artifizi del visir Cardan, fui abbandonata in mezzo ad un deserto: è giusto ch’esso provi la medesima sorte. Se è reo agli occhi di Dio, perirà di fame e di sete; se caso mai fosse innocente, sarà, come lo fui io stessa, preservato dalla morte. Quanto al capo degli eunuchi, egli si è mostrato sensibile e pietoso, consisigliando al re di lasciarmi vivere: la sua condotta merita premio, e sarebbe da desiderarsi che i re non