Pagina:Le mille ed una notti, 1852, V-VI.djvu/329

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essi determinata. Avevano appena cominciato tal esame, che il re li vide cambiar di colore.

«— Che cosa avete?» chies’egli; «ditemi tutto, e non celatemi cosa alcuna.

«— Principe,» rispose uno di essi, «l’oroscopo di questo fanciullo ne indica che fino all’età di sette anni arrischierà di essere divorato da un leone, e se sfugge a questo pericolo, è riservato ad una disgrazia maggiore e più terribile. —

«Gli astrologi non vollero spiegarsi di più; ma il re impose loro di nuovo di scoprirgli ogni cosa. — Principe,» riprese uno di quegli, «prometteteci di non farci alcun male.» Avendo Ibrahim data la propria parola: «Questo fanciullo, «continuò l’astrologo, «dopo essere sfuggito al furore del leone, deve togliere la vita a suo padre. —

«Il re, a tali parole, impallidì e rimase immobile alcuni istanti; essendosi poscia riavuto, congedò gli astrologi, dicendo fra sè:

«— Mi riescirà facile il far custodire mio figlio con gran cura, ed impedire che alcun animale non gli si avvicini; potrò parimenti guarentire la mia persona, impedendogli di attentare a miei giorni: le predizioni sono per la maggior parte false, e questa pure lo sarà. —

«Ibrahim, rassicurato da tali riflessioni, diede al principe una nutrice, proibì che lo si facesse uscire dall’appartamento, e vi pose intorno una guardia numerosa. Malgrado tali precauzioni, la predizione degli astrologi arrecavagli qualche inquietudine e turbava la felicità della sua vita. Per mettere ancor più il figliuolo al coperto degl’insulti del leone, immaginò di far praticar segretamente un ricovero sulla cima di una montagna inaccessibile; vi fece scavare un vasto sotterraneo distribuito in varie sale; le empì d’ogni sorta di provvigioni ed altre cose necessarie alla vita,