Pagina:Le mille ed una notti, 1852, V-VI.djvu/411

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tribù dell’Arabia, e sarai degno di marciare alla loro testa. Ma il mestiere dell’armi abbisogna di lungo e duro noviziato; fa d’uopo prepararsi ai combattimenti mediante tutti gli esercizi che formano un valoroso cavaliere; hai dunque bisogno d’un maestro che t’istruisca col suo esempio come coi precetti. Forse il cielo, il quale finora ebbe cura della tua educazione, terminerà egli stesso la sua opra. —

«Tutti gli scheik presenti desideravano servir di maestro al giovane Habib, e tutti cercavano, coi loro discorsi, d’attirare l’attenzione dell’emiro e fissare la sua scelta.

«In quel mentre si venne ad annunciargli che uno straniero domandava d’essere introdotto. Selama avendo ordinato che fosse lasciato entrare, lo straniero si presentò all’ingresso della tenda.

«Montava un destriero robusto d’una beltà perfetta, che sembrava superiore ai più bei cavalli dell’Arabia; la sua cotta di maglia, d’un tessuto stretto e fino, somigliava a quelle fabbricate dal profeta David (1); teneva in mano una mazza della pietra più dura, che quaranta dei più famosi guerrieri non avrebbero potuto portare; la sua larga scimitarra era lavoro d’un artista indiano, e la sua lancia fabbricata dal famoso Semher (2). Salutò graziosamente l’emiro e quelli che lo circondavano, smontò leggermente da cavallo, prese posto nell’assemblea, e volse così la parola a Selama:

«— La professione dell’armi ebbe sempre attrattive per me; ho acquistata qualche esperienza nei com-

  1. Si legge nel Corano che Dio ammolliva il ferro sotto lo dita di Davide (Daoud), e che faveva corazze fittissime. (Veggasi surate 34, vers. 10.) Queste corazze si chiamavano, per tal cagione, daoudi.
  2. Nome d’un operaio che fabbricava ottime lance.