Pagina:Le mille ed una notti, 1852, V-VI.djvu/435

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sangue freddo, con un coraggio inaccessibile ai terrori, che bisogna prendere nei tesori di Salomone le armi portentose alle quali nessuna potenza resiste. Appena il riposo avrà finito di fortificarvi il corpo, vi parlerò dei doveri d’adempiere e dei mezzi che dovete adoperare. —

«Alabus fece poscia entrare il discepolo nell’interno della spelonca, dove gli procurò il necessario per rimettersi dalle fatiche.

«Nello spossamento in cui trovavasi Hahib, occorrevagli più d’un giorno per ristabilirsi e mettersi in grado di condurre a buon fine l’audace sua impresa; però, senza l’impero preso su di lui dal genio sin dalla prima infanzia, sarebbe stato difficile a questi di contenere un amante appassionato; ma il saggio Alabus usava d’un potere rafforzato da lunga abitudine, ed indusse l’allievo a non esporsi a nuove prove, se non quando avesse riprese tutte le sue forze. Approfittò intanto di quel tempo per istruirlo di ciò che far doveva per giungere ad ottenere la meta del suo viaggio al monte Caucaso.

«— Mio caro Habib,» gli disse, «siete dai destini chiamato a vendicare Dorrat Algoase dalla ribellione del barbaro Abarikaf. Gli stati di questa regina trovansi a prodigiosa distanza da qui; deserti immensi quanto quelli che attraversaste, vi separano dai pelaghi che li circondano, e se di qui andar voleste a cercar il mare per imbarcarvi, le strade non ne sono più corte, nè più facili; solo passando pel centro della terra vi sarà possibile di avvicinarvisi. Ma qual prudenza, quanta forza d’animo è d’uopo avere, mio caro principe, per intraprendere con frutto sì pericoloso viaggi! Se quaranta porte di bronzo, custodite da geni malefici, dotati d’una forza e possanza straordinarie, vi possono arrestare; se un momento solo di dimenticanza o distrazione venga a sorprendervi, sarete esposto al massimo di tutti i guai.