Pagina:Le mille ed una notti, 1852, V-VI.djvu/439

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mari che v’è d’uopo attraversare per recarvi da Dorrat Algoase, e vi troverete tutte le facilità necessarie per recarvici, ma se mancaste in un sol punto a codeste istruzioni, vi troverete esposto a pericoli spaventosi. — È forse per me una sciagura,» riprese Habib, «di non conoscere il sentimento del timore, e posso per ciò prendermela con voi e co’ miei genitori, che vi studiaste di premunirmi contro ogni sorta di spavento, e forse a troppo fidare in me medesimo; ma mi sforzerò di praticare le sagge vostre lezioni.

«—Andate dunque, valoroso eroe, sotto l’egida del gran Salomone: il suo spirito vi accompagni! Io formo i voti più ardenti pel buon esito della vostra impresa, ed in questa troverò la ricompensa delle fatiche onde fui appo voi incaricato. —

«Alabus depone nella caverna la pelle di tigre, lo scudo ed il pugnale dell’intrepido giovane, lo veste in maniera semplice e comoda per l’impresa nella quale sta per impegnarsi, e presolo per mano, lo conduce per un andito tortuoso del sotterraneo, sino alla prima porta di bronzo, di cui scorgono la chiave.

«— Prendete quella chiave,» gli dice il precettore; «non dimenticate, appena vedrete alzata su voi la sciabola del primo schiavo, di pronunziare ad alta voce i caratteri talismanici che leggerete sulla sua lama; fatevi attenzione onde non poterli mai più dimenticare; pronunziateli ad ogni apparenza di pericolo, tanto nell’interno quanto fuor dell’immensa caverna che dovete percorrere. Aprite e chiudete le porte colla massima precauzione; badate che tutto è simbolico in quel soggiorno, e che riferire vi si devono le azioni; nè dimenticate gli altri miei consigli; ma insisto su quelli che sono per voi più importanti. Abbracciatemi, mio caro Habib! io torno dove il mio dovere mi chiama.»