Pagina:Le mille ed una notti, 1852, V-VI.djvu/513

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canna in quelle d’un fanciullo. — O Maometto!» continuò; «ridonasti due capi alla tua diletta tribù; tu le renderai il valore e la forza! —

«Alaschraf e Dorrai Algoase, invece di abbandonarsi alle inquietudini, godevano vedendo i consorti aiutarsi reciprocamente nel coprirsi d’armi, e nel fare a vicenda saggio del peso e della tempra loro. Rivestitisi di quelle armature, s’abbracciarono. — Tu eri mio figlio,» disse Selama,» io tuo padre; oggi siamo fratelli e rivali per l’onore. Perchè mai dobbiamo combattere contro schiavi! ma consoliamoci, poichè si tratta di servire il nostro gran Profeta; noi troveremo la nostra gloria nella sua. —

«Allora Selama manda a cercare il suo scudiero, e: — Prendi,» gli dice, «due de’ migliori miei corsieri, metti loro queste bardature, conducili nella tua tenda, e tienli pronti. Colà noi verremo a montarli sul far del giorno. Dio mi rese le forze colla vista, tu il vedi. Mio figlio ed io andremo domattina a ricevere la sfida de’ miscredenti cavalieri dell’esercito di Zir. Quando usciremo dalla tua tenda, potrai seguirci a qualche distanza, e se ti si domanda nel campo chi siamo: Sono, dirai, due stranieri venuti ad offrire i loro servigi a Selama. —

«Ritirasi lo scudiero per obbedire agli ordini, ed approfitta delle tenebre e del riposo che regna nel campo per metterli, inosservato, ad effetto. La guardia che veglia intorno alle tende dell’Emiro vede entrare od uscire due cavalli condotti da un familiare di Selama, e non fa la minima opposizione.