Pagina:Le mille ed una notti, 1852, V-VI.djvu/552

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volgete la parola ad alcuno; io avrò cura di rispondere per voi. —

«All’indomani sera, la vecchia venne a prendere Naama, e recossi al palazzo del califfo. Entrò per la prima; ma quando il giovane; che la seguiva, volle passare, il portinaio lo fermò. La vecchia guardollo in cagnesco, e gli disse ch’era ben ardito per osar di fermare Naam, la schiava favorita del califfo, alla cui salute quel principe prendeva tanto interesse. Il portinaio, confuso, lasciò entrare Naama, il quale penetrò così senza ostacoli colla vecchia fin nella corte interna.

«— Rassicuratevi,» gli disse questa allora, «entrate arditamente, e volgetevi a sinistra; abbiate cura di contare gli appartamenti dinanzi ai quali passerete, ed entrate nel sesto ov’è pronta ogni cosa per ricevervi. Specialmente non ispaventatevi; e se qualcheduno vi volgesse la parola, e volesse discorrere insieme, guardatevi dal rispondere e dal fermarvi. —

«Mentre si avvicinavano alla porta interna dell’harem, il capo degli eunuchi neri li fermò, chiedendo alla vecchia chi fosse quella donna. — È,» rispos’ella «una schiava, di cui la mia padrona vuol far acquisto. — Qui non si può entrare,» disse l’eunuco, «senza il permesso del califfo. Tornate indietro: gli ordini che tengo sono precisi, e non fanno eccezione ad alcuno; io non la lascerò entrare.

«— Pensate a quel che fate,» replicò la vecchia; «non vi accorgete ch’io voleva scherzare parlandovi d’una schiava che la mia padrona voleva comperare? questa donna è Naam, la favorita del califfo, che comincia a ristabilirsi, ed è uscita un poco per qualche moto. In nome del cielo, non le impedite di rientrare; il califfo vi farebbe tagliar la testa se sapesse che rifiutaste l’ingresso dell’harem alla sua favorita.» Poi, la vecchia, fingendo di parlare a Naam: