Pagina:Le mille ed una notti, 1852, V-VI.djvu/613

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«Il califfo si arrese alle preghiere del visir, commutò la pena di morte decretata contro Ahmed Comacom in una prigionia perpetua, e fece scrivere sulla catena: Condannato ai ferri in vita.

«Ahmed Comacom era dunque condannato pel resto de’ suoi giorni, e sua madre, avendo, per la compassione che ispirava, libero adito nella casa dell’emiro Kaled, wali di Bagdad, ne approfittava per portar da mangiare al figlio nella sua prigione, e lo rimproverava sovente perchè non avesse voluto seguire i di lei consigli.

«— Madre,» le disse questi un giorno, «niuno può evitare il proprio destino; ma voi che andate dal wali, cercate d’indurre la sua sposa a parlargli in mio favore. —

«La vecchia essendo dunque entrata nell’appartamento della moglie del wali, ed avendola trovata in abito di lutto, ed immersa nella più profonda tristezza, gliene chiese la cagione. — Ah! mia cara,» sclamò essa, «io perdo il mio diletto figlio Abdalum Bezaza!» La donna essendosi informata della causa della malattia, la moglie del wali le raccontò ciò che era avvenuto a Bezaza. Colei allora giudicò favorevole l’occasione per ottenere la libertà del figliuolo, e risolse di approfittarne.

«— Signora,» disse alla moglie del wali, «io, conosco un mezzo sicuro di rendere la vita a vostro figlio! Ahmed Comacom è capace di rapire Gelsomina, e consegnarla nelle sue mani; ma sfortunatamente egli è condannato a perpetua prigione. Cercate di fargli rendere la libertà; impiegate perciò tutta l’influenza che avete su vostro marito, e vi prometto che vostro figlio sarà soddisfatto in breve. —

«La moglie del wali ringraziò la vecchia, e le promise di far tutto il possibile per ottenere la libertà di Comacom. Infatti, ne parlò nello stesso