Pagina:Le mille ed una notti, 1852, V-VI.djvu/623

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gnore,» rispose questi, «giurerei sul mio capo che Alaeddin è innocente, e che tutto ciò è qualche trama infernale de’ suoi nemici onde farlo perire. Non si deve perdere un istante per salvarlo, e se volete, io ve ne darò il mezzo. —

«In fatti, Hassan Schuman recossi alla prigione, ove ordinò al carceriere di consegnargli subito uno dei delinquenti condannati a morte, ed affidati alla sua custodia. Per fortuna, il malfattore, che il carceriere gli consegnò, aveva qualche somiglianza con Alaeddin. Copertogli il capo con un velo, Ahmed Aldanaf lo pose fra sè ed una delle guardie, chiamata Alì Alzibac Almisri, e si recò frettoloso al luogo del supplizio. Attraversala la folla, ed avvicinatosi al carnefice, gli pestò un piede. — Signore,» dissogli questi, «ritiratevi alquanto, e lasciatemi fare il mio dovere. — Sciagurato» rispose. Aldanaf, «prendi l’uomo che ti presento, e fallo morire invece di Alaeddin Abulschamat, il quale è innocente del delitto onde venne accusato; ricordati che Isacco fu riscattato da un ariete.» Il carnefice, non osando dir verbo, s’impadronì dell’uomo che gli si presentava, e lo appiccò invece di Alaeddin.

«Ahmed Aldanaf ed Alì Alzibac Almisri condussero via Alaeddin, e traversata la folla senza essere riconosciuti, recaronsi felicemente alla casa del primo. Mentre il misero attestava la propria riconoscenza al suo benefattore, questi lo interruppe, rimproverandolo acremente d’aver commessa un’azione così vile. L’altro gli protestò d’essere innocente del furto, di cui era imputato, e che non sapeva come quegli oggetti si fossero trovati nascosti in casa sua.

«— Perdonate la mia collera,» gli disse allora Ahmed; «il turbamento che il vostro pericolo m’ha cagionato è quello che solo potè dettarmi rimproveri indegni di voi o di me: io aveva pensato subito ciò