Pagina:Le mille ed una notti, 1852, V-VI.djvu/639

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levarono subito l’ancora, e spiegate le vele, il vento favorevole che soffiava li spinse in breve in alto mare. Il capitano, avendo ordinato di portare Alaeddin sotto coperta, gli fece respirare una polvere, la cui virtù distrusse l’effetto della prima.

«Alaeddin, schiudendo gli occhi, chiese meravigliato dove fosse. Il capitano gli rispose con amaro sorriso:

— Voi siete ora in mio potere. — Chi siete voi? — Io sono il capitano di questo vascello,» rispose il Franco, «e sono venuto da Genova ad Alessandria per rapirvi, e condurvi alla prediletta del mio cuore. —

«Si scoperse, alcuni giorni dopo, una nave mercantile montata da quaranta negozianti di Alessandria. Il capitano ordinò subito di darle la caccia, e raggiuntala, ed avendola presa all’abbordaggio, la fece rimorchiare, continuando la sua rotta verso Genova.

«Prima d’entrare nel porto, il capitano scese solo a terra, e si avanzò verso la porta di un palazzo che guardava sul lido. Una giovine dama, coperta da un fitto velo, e di cui era impossibile distinguersi lineamenti, essendosi presentata, gli domandò se portasse la pietra preziosa e chi n’era in possesso. Il capitano rispose di aver felicemente eseguiti i di lei ordini, e le consegnò la pietra; tornato poscia al vascello entrò trionfante nel porto.»

NOTTE DXIV

— Il re del paese, informato dell’arrivo del capitano, recossi sulla nave accompagnato dalle sue guardie, e gli domandò se il suo viaggio fosse stato felice. — Felicissimo,» rispose il capitano, «perchè ho cattu-