Pagina:Le mille ed una notti, 1852, V-VI.djvu/655

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disse, «Zobeide, la vostra illustre sposa, mi ha ordinato di venire a presentarvi i suoi omaggi. Vostra maestà sa ch’ella si occupa già da lungo tempo a terminare questo diadema: non vi manca più che il diamante di mezzo; essa ha cercato in tutti i vostri tesori un diamante grosso abbastanza per compiere l’ornato, ma tutte le sue ricerche furono vane. —

«Il califfo ordinò tosto ai suoi primari ufficiali presenti di cercare dappertutto i più bei diamanti. Obbedirono essi, ma non potendo trovarne alcuno degno di fregiare il ricco diadema di Zobeide, Aaron, dolente di vedere che le loro ricerche avessero avuto lo stesso infelice esito di quelle della principessa, sclamò con umore: — Come! la metà della terra è sotto il mio dominio, ed io non posseggo ne’ miei tesori un diamante come lo desidera la mia sposa! Andate, informatevi da tutti i gioiellieri di Bagdad se ne hanno qualcuno che possa soddisfarla. —

«I gioiellieri, interrogati, risposero tutti che non si poteva trovare un tal diamante se non presso un uomo di Basra, chiamato Abu Mohammed Alkeslan. Il califfo comandò tosto ad uno dei suoi visiri di mandar un messo all’emiro Mohammed Alzobeidy, governatore di Basra, coll’ordine di far condurre tosto a Bagdad quell’uomo.

«Mesrur, capo degli eunuchi, incaricato del dispaccio, usò tanta diligenza, che giunse in poco tempo a Basra. Presentatosi all’emiro, ed informatolo del soggetto del suo arrivo, questi si affrettò ad eseguire l’ordine del califfo, e mandò alcuni de’ suoi ufficiali con Mesrur alla casa di colui che cercava.

«Il capo degli eunuchi avendo bussato alla porta di strada, uno schiavo venne ad aprire. — Va a dire al tuo padrone,» gli disse Mesrur, «che il sovrano Commendatore dei credenti brama vederlo.» Lo schiavo corse ad informarne il padrone, ed Abu