Pagina:Le mille ed una notti, 1852, V-VI.djvu/658

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«Il califfo, stupito di tal prodigio, lo fu assai più, quando Alkeslan aprì una seconda cassettina recatagli allora, o ne estrasse un padiglione di seta, ricamato di perle e rubini, che aveva il fondo d’oro, adorno di smeraldi o topazi, e le colonne che sorreggevamo d’un legno prezioso delle Indie. Questo superbo padiglione era adorno di frange ove brillavano gli smeraldi e gli zafiri; vi si scorgevano rappresentate al naturale le figure d’una moltitudine d’uccelli e di belve d’ogni specie, le cui penne ed il pelo erano formati di perle, rubini, smeraldi, zaffiri, topazi ed altre sorta di pietre preziose, frammiste, a gradazioni di colore, colla maggior arte.»

NOTTE DXIX

— Il principe, sorpreso ed abbagliato alla vista di tante ricchezze, non sapeva cosa pensare, allorchè Abu Mohammed Alkeslan gli disse: — Sovrano Commendatore de’ credenti, non è già un sentimento di timore, ma piuttosto di convenienza, che mi spinse a farvi simili presenti: ho pensato che oggetti sì preziosi non potevano convenire ad un semplice privato com’io, e non dovevano appartenere che a vostra maestà; e per farvi vedere che la paura non entra menomamente nell’omaggio che ve ne fo, voglio, se me lo permettete, mostrarvi altre meraviglie, le quali vi faranno conoscere parte della mia potenza. —

«Aaron avendo accettata la proposta con gioia, Alkeslan accostossi ad una finestra, e si chinò leggermente, rimovendo le labbra ed alzando gli occhi