Pagina:Le mille ed una notti, 1852, V-VI.djvu/719

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appassionato come di solito, fu assai dolente a quelle parole cui non era disposta. — Che intendo, mio caro Naz-Rayyar?» gridò ella; «come in sì poco tempo il vostro amore s’è cangiato? come mai mi son meritata il vostro odio? mi sospettate infedele? — No,» riprese il consorte; «io non vi rimprovero nulla, ma la sorte vuole così; credete ch’io mi separi da voi senza dolore? obbeditemi per l’ultima volta, e non abusate dello stato in cui sono. La menoma cosa potrebbe far cedere la mia virtù ed annullare la mia risoluzione.» Sua moglie fe’ qualche altro sforzo per ricondurlo alla ragione, ma vedendo che tutto era inutile, prese le mille pezze d’oro portate in dote, e si ritirò in casa di suo padre, chiamato Bezzas, uno dei più ricchi negozianti del paese. La disgrazia della figlia lo colpì di dolore. — Di qual fallo sei tu dunque rea?» le domandò egli. — Di nessuno,» rispos’ella, «almeno io l’ignoro.» Bezzas corse da Naz-Rayyar per chiedergli il motivo del divorzio. — Se mia figlia è colpevole, la punirò,» gli disse; «se è innocente, perchè ci fate tal sanguinoso affronto?» Naz-Rayyar protestogli di nuovo che non aveva nulla a rimproverarle: aggiunse anzi di non averla mai amata tanto, e che, infine, il suo cuore era straziato dalla piaga della separazione. Bezzas, non potendo ottenerne maggiori schiarimenti, non dubitò più che la testa del genero non fosse in dissesto, o partì poco soddisfatto.»

I primi raggi del sole erano già penetrati negli appartamenti del sultano, senza che il principe se ne avvedesse, tanto ascoltava con attenzione il racconto di Scheherazade; ma il silenzio di questa lo fe’ accorto esser giunta l’ora della preghiera. — Questa storia m’interessa assai,» diss’egli, «e ne ascolterò il seguito con piacere. — Sire,» rispose la principessa, «se mia sorella mi risveglia per tempo,