Pagina:Le mille ed una notti, 1852, V-VI.djvu/725

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eseguire i miei progetti su di voi, e, per esserne sicuro, vi affidai il mio gregge. Ciò che soffriste ha fatto soffrir me più ancora; ma finalmente oggi posso, senza esporre i miei popoli al pericolo di dividere le vostre sventure, pregarvi di governare con me il regno; vi creo mio visir, e son certo che i miei affari prospereranno nelle mani vostre come l’ultimo armento. Spero che lo spirito ed i generosi sentimenti onde il cielo vi ha sì ampiamente dotato, uniti alle riflessioni che faceste in questi tre ultimi anni, vi abbiano più d’ogni altro reso capace del governo.»

NOTTE DXXXV

— «Naz-Rayyar volle ringraziare di nuovo il re, ma questi gli disse: — Quanto feci non merita alcuna riconoscenza; io credo di fare il bene del mio popolo scegliendovi; ma per isdebitarmi nel mio particolare verso di voi, voglio farvi sposare mia sorella. — Quest’onore è tanto superiore ai miei meriti,» rispose Naz-Rayyar, «che non oserei pretendervi. — Voi ne siete più degno che non pensate,» soggiunse il monarca; «non opponetevi dunque alle mie voglie.» E Naz-Rayyar rispose di esser pronto ad ubbidire.

«Il re fece radunare il consiglio e tutti i grandi della corte, e presa per mano la figlia di Bezzas, coperta del velo: — Ecco mia sorella,» disse; «vi giuro pel santo Corano che l’ho sempre riguardata come tale.» La sorpresa della donna fu sì grande riconoscendo il marito, che svenne. Il re fece uscire