Pagina:Le mille ed una notti, 1852, V-VI.djvu/85

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«Quando i due principi furono in eta opportuna, l’intendente de’ giardini diede loro un maestro che li erudisse a leggere e scrivere; e la sorella, trovandosi presente alle lezioni, spiegò tanta voglia d’imparare anch’essa a scrivere, benchè più giovane di loro, che l’intendente, lieto di quella disposizione, le concesse il medesimo maestro. Spinta da emulazione per la sua vivacità ed il penetrante suo spirito, divenne in poco tempo capace quanto i fratelli.

«Da quel tempo i fratelli e la sorella ebbero gli stessi precettori nelle arti belle, nella geografia, nella poesia, nella storia, nelle scienze, e perfino nelle scienze occulte; e siccome non vi trovavano nulla di difficile, vi fecero sì maravigliosi progressi, che i maestri ne stupirono; ed in breve dichiararono senza simulazione che, per poco che continuassero, andrebbero più innanzi ch’essi medesimi non fossero andati. Nelle ore di ricreazione la principessa imparò la musica, a cantare e suonare diverse sorta d’istrumenti, e quando i giovani ebbero imparato a montare a cavallo, non volle che avessero tale vantaggio su lei, e fece insieme ad essi i suoi esercizi, in modo che sapeva cavalcare, gettar il bastone od il giavellotto colla medesima destrezza, e spesso anche li vinceva alla corsa.

«L’intendente, al colmo della gioia vedendo i suoi allievi così compiti in tutte le perfezioni del corpo e dello spirito, e che avevano così ben corrisposto alle spese sostenute per la loro educazione, molto al di là di quanto se n’era ripromesso, ne fece una maggiore a loro riguardo. Sin allora, contento dell’alloggio che possedeva nel recinto del palazzo, era vissuto senza casa di campagna: ne comprò quindi una a breve distanza dalla città, con grandi dipendenze di terre colte, prati e boschi, e siccome la casa non gli parve abbastanza bella e comoda, la fece