Pagina:Le mille ed una notti, 1852, VII-VIII.djvu/118

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genealogista, e lo rimandò presso i due compagni, ordinando anche per lui il medesimo aumento di tavola comandato pel lapidario.

«Curioso intanto di sapere se il terzo avventuriero, il quale pretendeasi genealogista dell’umana schiatta, avesse pari talento dei compagni, se lo fece venire dinanzi, e gli chiese: — Tu pretendi adunque poter indovinare la condizione d’un individuo? — Sì, sire.» Allora il sultano diè ordine ad un eunuco di condur colui nel serraglio, affinchè esaminasse di qual origine fosse la sua favorita. Consideratala pertanto a traverso il velo: — Sire,» si fe’ a riferirgli il genealogista, «nulla può paragonarsi alla vostra favorita per l’eleganza, la beltà, la grazia e la freschezza; seducente n’è la taglia; la sua vista annunzia la modestia unita a molto spirito ed a talenti incantevoli; in breve. essa accoglie in sè quant’è possibile desiderare, e senza un difetto che ne offusca tutte le attrattive, nessuna persona del suo sesso potrebbe esserle paragonata.» Alla parola difetto, il formidabile sultano sguainò la scimitarra, ed avrebbe infallibilmente troncato il capo all’imprudente genealogista, se un officiale non avesse ardito di sviarne il braccio, facendogli osservare come fosse meglio assicurarsi prima della veracità di quell’asserzione. — Ebbene!» disse il sultano; «qual difetto ha egli potuto trovare nella mia prediletta? — Quanto alla persona, o sire,» riprese tutto tremante il genealogista, «è un vero complesso d’ogni perfezione; ma sua madre era una funambola.» Tutto agitato, il sultano mandò in traccia del padre della favorita, e: — Dimmi,» gli chiese appena lo vide, «dimmi subito chi fu la madre di tua figliuola, altrimenti hai cessato di vivere. — Potente monarca,» rispose il padre, «l’uomo non può trovar salvezza se non nella verità: sappiate dunque che mia figlia ebbe per ma-